Il vomito o emesi è un evento riflesso tramite il quale il contenuto gastrico viene espulso forzatamente attraverso il cavo orale. Spesso è preceduto dalla sensazione di disgusto o vomito incipiente detta nausea.
Il vomito è una risposta fisiologica positiva quando segue l’ingestione di una sostanza tossica, come l’alcol, ma può anche essere l’effetto indesiderato di alcuni farmaci, per esempio dei chemioterapici antitumorali, degli oppioidi, degli anestetici generali. Il vomito può presentarsi nei primi mesi della gravidanza, accompagnare crisi di emicrania e malattie infettive. Il termine cinetosi indica il malessere provocato dai movimenti irregolari del corpo che si verifica a bordo di un’automobile, di un aereo o di una nave.
Ai fini di evitare la disidratazione e, nel caso in cui il vomito sia indotto dall’assunzione di medicinali, migliorare l’aderenza alla terapia, esistono agenti definiti antiemetici in grado di contrastare questo disturbo spiacevole e talvolta invalidante. Il domperidone è un principio attivo definito procinetico, che stimola cioè la motilità gastrica e del tratto intestinale superiore in senso propulsivo. La metoclopramide agisce anche sul tratto digerente inferiore ed entrambe le molecole trovano impiego pure nel trattamento del reflusso gastroesofageo. L’uso cronico di domperidone e metoclopramide può essere accompagnato dalla comparsa di iperprolattinemia, cioè da livelli elevati dell’ormone prolattina nel sangue, con ginecomastia, che è lo sviluppo anomalo delle dimensioni delle mammelle nell’uomo, e galattorrea, ossia la secrezione di latte nell’uomo o nella donna al di fuori del periodo dell’allattamento. Altri effetti collaterali importanti associati all’uso protratto di questi farmaci sono i disturbi motori.
Ciclizina, cinnarizina e dimenidrinato sono antistaminici utilizzati nel mal di moto, mentre la prometazina è usata in particolare nella nausea gravidica. I principali effetti indesiderati degli antistaminici sono sonnolenza e sedazione. La ioscina o scopolamina viene somministrata per prevenire e trattare la cinetosi, sia per bocca che in forma di cerotti transdermici; può causare secchezza delle fauci e visione offuscata.
L’ondansetron è il farmaco di scelta nel trattamento del vomito nei pazienti oncologici. Clorpromazina, perfenazina, proclorperazina e trifluoperazina sono efficaci nelle gastroenteriti virali, nel trattamento del vomito conseguente a radioterapia, nella nausea mattutina che si può presentare nei primi mesi della gestazione. Questi farmaci, somministrati per via orale, endovenosa o rettale, provocano sedazione, ipotensione e difficoltà motorie. Derivati sintetici dei cannabinoidi, quali il nabilone, contrastano il vomito che origina dai farmaci anticancro.
Per coloro che preferiscono i rimedi naturali e per le donne incinte sono disponibili preparati a base di zenzero e vitamina B6 o piridossina. A dosaggi elevati lo zenzero può causare eruzioni cutanee; essendo un antiaggregante piastrinico, l’uso andrebbe evitato nei soggetti in terapia con farmaci antipiastrinici e anticoagulanti orali, in modo da scongiurare il rischio di pericolose emorragie.