Il 16 novembre 2010 a Nairobi, il Comitato intergovernativo della convenzione Unesco ha approvato l’iscrizione della dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale. A tale riconoscimento, che va a sottolineare il valore culturale della dieta, se ne sono aggiunti altri, come quelli della Fao e dell’Oms, che hanno voluto enfatizzare altri aspetti meritevoli della dieta mediterranea dal punto di vista dell’eco-sostenibilità e della salute. Tante sono infatti le ricerche e le evidenze scientifiche che hanno comprovato negli anni la capacità di questo regime di mantenere il fisico in salute e prevenire diverse patologie.
La famosa piramide.
Quando si parla di dieta mediterranea la mente va automaticamente alla celebre raffigurazione della piramide alimentare, usata dai nutrizionisti per spiegare a colpo d’occhio gli alimenti inclusi dalla dieta e i quantitativi adeguati da assumere affinché questo regime possa avere il massimo degli effetti benefici. La base della piramide, quindi la parte più ampia, mostra gli alimenti che possono essere consumati in maggior quantità: si comincia dall’acqua, quale bevanda di prima scelta da bere tutto il giorno. Gli alimenti principali, da consumare nell’ordine di 1-2 porzioni al giorno, sono invece frutta, verdura e cereali preferibilmente integrali. Viene poi suggerito un consumo quotidiano di latticini a ridotto contenuto di grassi (2-3 porzioni al giorno) e piccole quantità di olio di oliva e frutta in guscio. Gli altri cibi della piramide prevedono un’assunzione non giornaliera, ma più volte a settimana: pesce e legumi (2 o più volte a settimana), pollame (1-2 volte) e uova (da 1 a 4 a settimana). Sulla punta della piramide compaiono, infine, gli alimenti che vanno consumati non più di 1-2 volte a settimana, ovvero le carni rosse, i salumi (1 sola volta) e i dolci.
Le evidenze scientifiche dimostrano la salubrità della dieta mediterranea.
«Negli ultimi anni – dichiara la Fondazione dieta mediterranea – sono state pubblicate ampie e significative ricerche che danno importanti segnali dell’esistenza di un rapporto tra la dieta mediterranea e la riduzione dell’incidenza di malattie cardiovascolari, tumori e altre patologie gravi». Secondo la Fondazione, il regime previene la demenza, perché ricco di alimenti che svolgono un ruolo protettivo per il cervello. Il contenuto di grassi insaturi, fibre, vitamine e oligoelementi, con azione anti-radicali liberi, ha invece un importante potere anti-infiammatorio e anti-ossidante, che riduce l’incidenza del cancro. La dieta mediterranea è inoltre un importante alleato contro la sindrome metabolica, che include patologie a elevato rischio cardiovascolare, come obesità, diabete, ipertensione arteriosa, dislipidemie. «L’aumento di consumo di cibi mediterranei – conclude la Fondazione – ha inoltre diminuito sensibilmente il rischio di morte precoce in pazienti colpiti da infarto del miocardio, questo indipendentemente da qualsiasi trattamento farmaceutico».