In autunno e inverno si sente parlare ripetutamente di influenza stagionale, che l’Istituto superiore di sanità definisce come “una malattia respiratoria acuta causata da virus influenzali”. I virus dell’influenza si trasmettono soprattutto attraverso i droplet, le goccioline di saliva emesse quando si parla, si tossisce o si starnutisce. Assai frequenti sono anche le sindromi comunemente note come influenze intestinali, in termini medici dette gastroenteriti. Si tratta di infezioni che provocano un’infiammazione a carico della mucosa di stomaco e intestino, molto comuni in particolare in età pediatrica, causate da batteri, più raramente da parassiti o, nella maggior parte dei casi, da virus. I principali batteri coinvolti nelle infezioni gastrointestinali sono salmonella, campylobacter e clostridium difficile, mentre i virus maggiormente implicati in queste tipologie di infezione appartengono ai generi rotavirus e calicivirus. La trasmissione avviene per via oro-fecale attraverso il contatto con mani sporche o l’ingestione di acqua e cibi contaminati. Lavare le mani prima di mangiare ed evitare di portarle inavvertitamente alla bocca se poco pulite rappresentano importanti forme di prevenzione del contagio.
La sintomatologia include nausea, vomito, dissenteria, dolore addominale, talvolta febbre. Solitamente i sintomi regrediscono in maniera spontanea nel giro di pochi giorni, ma occorre prestare particolare attenzione al rischio di disidratazione nei bambini piccoli e negli anziani. Per quanto riguarda la dieta, si consigliano alimenti facilmente digeribili quali pane, riso e pasta in bianco, pesce, carne magra e frutta come mele e pere crude, dall’azione astringente. È d’obbligo sforzarsi di bere in abbondanza, introducendo i liquidi a piccoli sorsi se è presente nausea, per reintegrare i liquidi persi con diarrea e vomito.
Per contrastare nausea e vomito sono d’aiuto integratori a base di zenzero e vitamina B6; se non fossero sufficienti, si può ricorrere a farmaci antiemetici come metoclopramide e domperidone. L’assunzione di medicinali antidiarroici, tra cui si ricordano loperamide e diosmectite, non sempre risulta utile, in quanto potrebbe prolungare i tempi di guarigione. Se compare febbre, il farmaco di elezione è il paracetamolo.
Per riequilibrare la flora intestinale si suggerisce un ciclo di probiotici, anche detti fermenti lattici. Specifico per le sindromi diarroiche è il saccharomyces boulardi, un lievito resistente ai farmaci antibatterici che può quindi essere utilizzato anche per prevenire o trattare le forme di diarrea conseguenti alle terapie antibiotiche.
Nella prima infanzia e nei soggetti debilitati, rispetto al trattamento con antidiarroici risulta prioritaria la reidratazione con soluzioni a base di sali minerali e zuccheri da somministrare per via orale, in modo da facilitare il ripristino dell’equilibrio elettrolitico alterato.
Segni di disidratazione riconoscibili dalle persone che si prendono cura di bambini e anziani sono la secchezza delle mucose, la sete, le estremità fredde, la colorazione scura delle urine e una riduzione del loro volume. Se la frequenza delle evacuazioni è elevata e compare febbre è in tutti i casi necessario consultare il pediatra di libera scelta o il medico di medicina generale.