Gli ormoni agiscono sulle funzioni e attività di tessuti e organi (ad esempio regolando o almeno influenzando l’equilibrio di importanti processi vitali come lo sviluppo somatico e psichico, il metabolismo, l’eccitabilità nervosa, l’attività sessuale e riproduttiva, le funzioni cardiaca e renale, e così via). Nelle ghiandole endocrine, come la tiroide o l’ovaio per esempio, si possono sviluppare neoplasie benigne o maligne dovute a un aumento o a una diminuzione della produzione del relativo ormone.
Un’iperproduzione è più comune nel caso in cui si sviluppi un tumore benigno; viceversa, una carenza ormonale può determinare la comparsa di un tumore maligno. Secondo uno studio statunitense pubblicato su Experimental Biology and Medicine gli ormoni avrebbero un ruolo importante non soltanto nello sviluppo dei tumori ma anche nella loro prevenzione. Insulina, ormone della crescita, estrogeni, testosterone, tiroxina, adrenalina: nel nostro organismo se ne contano oltre 50 di ormoni, le cui variazioni anomale potrebbero attivare lo sviluppo di cellule cancerogene o, quantomeno, esserne un campanello d’allarme.
Il tema è stato affrontato nella cornice del V Congresso Nazionale di Endocrinologia Oncologica, tenutosi a Siracusa dal 30 giugno al 2 luglio scorsi. Gli esperti della SIE – Società Italiana di Endocrinologia hanno richiamato l’attenzione sull’importanza degli ormoni nelle strategie di prevenzione, diagnosi e trattamento dei tumori associati a squilibri ormonali. Ad esempio le alterazioni della tiroide, delle funzionalità del pancreas, un’alta glicemia, il sovrappeso, variazioni metaboliche possono derivare da scompensi ormonali, che facilitano l’insorgenza di tumori. A sua volta, l’oscillazione dei valori ormonali può dipendere dall’età, dalle abitudini alimentari e dallo stile di vita di una persona (uso di alcol, tabagismo, sedentarietà, obesità…).
“Conoscere gli ormoni – afferma Annamaria Colao, presidente SIE – ma soprattutto mettere in atto strategie che possano aiutare a prevenire le tante malattie nelle quali c’è una componente ormonale alterata, significa riuscire a incidere profondamente sulla salute”. “Gli ormoni” – aggiunge Salvatore Cannavò, organizzatore del V Congresso Nazionale di Endocrinologia Oncologica – “hanno un ruolo di primo piano in oncologia. Attraverso il flusso sanguigno vengono trasportati nei diversi tessuti e organi, dove inviano messaggi su quando e come eseguire una certa funzione. Ma se ce ne sono troppi o troppo pochi in circolo, con squilibri ormonali, gli effetti collaterali possono influenzare anche il rischio di insorgenza del cancro in almeno un caso su quattro”.