«L’erucina, principio attivo contenuto nella rucola (ma anche nel broccolo e nel cavolo, che fanno parte insieme alla rucola della famiglia delle Brassicacee o crucifere), è un profarmaco capace di rilasciare acido solfidrico, gas dal caratteristico odore di uova marce, lo stesso che, per intenderci, ritroviamo in alcune sorgenti termali e che già i Romani sfruttavano per le sue proprietà benefiche. L’organismo è in grado di produrre acido solfidrico autonomamente ma in alcune situazioni patologiche, come ad esempio l’ipertensione arteriosa, esso risulta carente ed è pertanto necessario assumerlo da fonti esterne». È quanto si legge in una nota della Società italiana di farmacologia (Sif), la quale ha reso noto che tale principio attivo «ha un duplice effetto sul sistema cardiovascolare: da una parte induce la dilatazione dei vasi sanguigni abbassando la pressione arteriosa, dall’altra ha proprietà antiossidanti, quindi protegge la parete dei vasi sanguigni dai fenomeni ossidativi dell’invecchiamento».
Studio cinese e australiano.
Ebbene, secondo quanto evidenziano i ricercatori, «uno studio cinese e uno australiano hanno verificato i parametri cardiovascolari generali su pazienti che erano soliti mangiare rucola, broccolo o cavolo, evidenziando una riduzione significativa delle morti per cause cardiovascolari. Rispetto a cavoli e broccoli, va detto che la rucola ha un vantaggio: dal momento che viene consumata cruda, preserva intatto il principio attivo dal deterioramento conseguente alla cottura, cosa a cui cavoli e broccoli vanno inevitabilmente incontro, trattandosi di verdure che vengono mangiate cotte».
Erucina studiata da più di 10 anni.
Alma Martelli, professoressa associata di Farmacologia presso il dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa e membro della Società Italiana di Farmacologia ha spiegato che «studiamo l’erucina da più di 10 anni prima attraverso test in vitro, poi su colture di cellule umane provenienti dalla parete dell’aorta e dell’endotelio, poi sui vasi isolati degli animali e, infine, su animale integro sano e iperteso. Attualmente, grazie alla collaborazione con il dipartimento di medicina interna dell’Università di Pisa, stiamo studiando gli effetti dell’erucina sui vasi umani di pazienti obesi, prelevati durante gli interventi di chirurgia bariatrica. Dopo questa fase, si passerà alla sperimentazione clinica con somministrazione, quindi, di erucina ai pazienti. I dati ottenuti finora sono molto promettenti, ma mancano ancora dati su un numero significativo di pazienti». Ciò sebbene l’erucina «non per tutti quelli che soffrono di ipertensione, però, è indicato assumere rucola attenzione se si assume warfarin (Coumadin) o si soffre di problemi alla tiroide».