Smettere di fumare è una scelta salutare in qualsiasi momento dell’anno, ma lo è ancor di più all’inizio della stagione fredda, già di per sé portatrice di disturbi respiratori. Dire stop al tabagismo significa migliorare il proprio stato di salute nel medio-lungo termine sotto diversi aspetti. Secondo il ministero della Salute, abbandonando le sigarette, «entro 20 minuti la frequenza cardiaca e la pressione del sangue si riducono, entro 12 ore il livello di monossido di carbonio nel sangue diminuisce e torna a livelli normali, entro 2-12 settimane la circolazione del sangue migliora così come le funzioni polmonari, entro 1-9 mesi diminuiscono la tosse e il respiro corto». E questo è solo l’inizio perché smettere di fumare riduce sensibilmente numerosi fattori di rischio. «Entro un anno – conferma il Ministero – il rischio di infarto diventa la metà di quello di un fumatore, entro 5-15 anni il rischio di ictus diventa uguale a quello di un non fumatore, entro 10 anni il rischio di tumore ai polmoni diminuisce fino alla metà e si riduce anche il rischio di tumori alla bocca, alla gola, all’esofago, alla vescica, alla cervice uterina e al pancreas. entro 15 anni il rischio di infarto diventa uguale a quello di un non fumatore».
In una sigaretta tante sostanze nocive.
Per capire concretamente con quali sostanze l’organismo entra in contatto fumando una sigaretta, l’Istituto superiore di sanità (Iss) ha realizzato un elenco dettagliato. Le sigarette contengono catrame, «il costituente più importante della parte corpuscolata del fumo – spiega l’Iss – formato principalmente da idrocarburi cancerogeni che si depositano nei polmoni e nelle vie respiratorie aumentando il rischio di tumori nei vari organi. Il fumo porta con sé anche diverse sostanze irritanti, come l’acroleina, la formaldeide, gli ossidi di azoto, ecc. che, inalate, inibiscono il movimento delle ciglia della mucosa delle vie respiratorie e, depositandosi, interferiscono con l’autodepurazione dei polmoni. Favoriscono inoltre infezioni, bronchite cronica ed enfisema». Come ben noto, poi, fumando si entra in contatto anche con la nicotina, che viene assorbita dalle mucose ed epiteli dei bronchi e dagli alveoli polmonari. La nicotina è anche la sostanza che induce dipendenza. A queste si aggiungono alcune sostanze derivanti dalla combustione, come l’ossido di carbonio che, come sottolinea l’Iss «si lega all’emoglobina riducendo il trasporto dell’ossigeno dai polmoni ai tessuti».
Qualche consiglio dagli esperti.
L’Associazione svizzera non fumatori (Asn) ha pubblicato una serie di consigli pratici e strategie per aiutare, chi lo desidera, a smettere di fumare. «Fissate una data per smettere di fumare e rispettatela – suggerisce l’Asn -. Scrivete la lista degli inconvenienti del fumo e dei benefici per aver smesso. Domandate agli altri di non fumare in vostra presenza. Le prime settimane, evitate i luoghi dove si fuma. Tuttavia, se non potete o non volete evitarli, rifiutate gentilmente ma con fermezza qualsiasi invito a fumare. Siate fieri di non fumare più. Comunicate alle persone che vi stanno vicino che avete smesso di fumare, chiedete del sostegno, cambiate la vostra quotidianità per evitare i luoghi e le situazioni dove avevate l’abitudine di fumare. Per esempio, alzatevi da tavola appena terminati i pasti, volgete delle attività di diversione per rispondere al bisogno impellente di fumare (per esempio fare una passeggiata, bere dell’acqua, masticare un chewing-gum, lavare le mani). Ripetete a voi stessi che abituarsi a vivere senza sigaretta può richiedere del tempo e spesso molti tentativi».