Come le ondate di caldo, anche le ondate di freddo intenso possono avere conseguenze sulla salute. È quindi sempre bene non sottovalutare le condizioni climatiche severe e adottare precauzioni adeguate soprattutto per i soggetti più deboli, come neonati e anziani, o più a rischio, come varie categorie di malati cronici. «Gli effetti del freddo – spiega il ministero della Salute in un opuscolo dedicato a questo argomento – includono irritazioni cutanee, disturbi muscolo-scheletrici, geloni, congelamento degli arti, ipotermia, lesioni e traumatismi. Si può inoltre verificare un aggravamento di alcune patologie preesistenti. Per le persone con malattie cardiovascolari aumenta il rischio di ictus, angina e infarto miocardico per l’aumento della pressione arteriosa e della vasocostrizione, mentre i soggetti con broncopatie croniche vedono aumentare il pericolo di infezioni respiratorie e aggravamento o insorgenza di asma e broncospasmo. La riduzione della termoregolazione e della sensibilità al freddo è invece tipica di pazienti con diabete e altri disordini endocrini».
Accorgimenti per ridurre i rischi del freddo inteso.
Quando le temperature scendono eccessivamente è bene anzitutto proteggere i soggetti più a rischio, evitando per esempio di portare all’aperto neonati e bambini piccoli se il clima è troppo rigido. Per chi soffre di malattie cardiovascolari è poi raccomandato tenere sotto controllo la pressione sanguigna, coprire molto bene viso e mani ed evitare sforzi fisici. Ai soggetti affetti da malattie respiratorie croniche, il Ministero suggerisce di prevenire eventuali malanni stagionali, valutando con il medico i benefici della vaccinazione antinfluenzale. A queste persone è inoltre consigliato coprire naso e bocca, evitare sforzi fisici e frequentare aree molto trafficate, in quanto il freddo è in grado di potenziare l’effetto nocivo dell’inquinamento. Oltre alle raccomandazioni valide per le altre categorie a rischio, ai diabetici è suggerita una maggior attenzione alla dieta. In tutti i casi di patologia cronica, infine, il Ministero raccomanda di consultare il medico curante per eventuali aggiustamenti delle terapie.
Il clima ideale in casa.
Il microclima ideale in ambienti domestici prevede una temperatura compresa tra i 18 e 22 gradi con un’umidità relativa del 40-50%. «Se si utilizzano riscaldamenti a combustione – raccomanda il Ministero – è necessario far circolare l’aria nella stanza per evitare intossicazioni da monossido di carbonio. Il ricambio d’aria è comunque sempre necessario per evitare la trasmissione delle infezioni. Naturalmente è molto importante effettuare la corretta manutenzione degli impianti termici, pulendo periodicamente le canne fumarie È fondamentale, inoltre, coprire adeguatamente le persone non autosufficienti, come anziani e bambini».