Il 25 gennaio 2024, l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha annunciato l’approvazione di misure preventive per limitare il rischio di effetti collaterali severi associati all’uso di farmaci che includono la pseudoefedrina. Le condizioni di interesse sono la sindrome da encefalopatia posteriore reversibile (Pres) e la sindrome da vasocostrizione cerebrale reversibile (Rcvs), entrambe patologie rare ma potenzialmente gravi, che possono compromettere l’apporto sanguigno al cervello. Con una diagnosi precoce e un trattamento adeguato, i sintomi di queste sindromi tendono generalmente a regredire.
I casi in cui la pseudoefedrina non va somministrata
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Il Chmp ha specificato che i farmaci contenenti pseudoefedrina non dovrebbero essere somministrati a pazienti affetti da ipertensione arteriosa grave o non controllata, o a coloro che presentano malattie renali, sia acute che croniche. Le informazioni sul prodotto dei medicinali a base di pseudoefedrina saranno aggiornate per riflettere i rischi di Pres e Rcvs e le nuove precauzioni da adottare. Già presenti nelle indicazioni di questi farmaci sono le avvertenze per ridurre i rischi di eventi ischemici a carico del sistema cardiovascolare e cerebrovascolare.
A cosa serve la pseudoefedrina
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La pseudoefedrina, un agente che stimola il rilascio di noradrenalina e conseguentemente la costrizione dei vasi sanguigni, è impiegata in diversi farmaci per il trattamento dei sintomi del raffreddore, dell’influenza e di altre condizioni come la rinite allergica e vasomotoria. In alcuni paesi dell’Ue, è anche autorizzata per il trattamento dell’aerotite in combinazione con la triprolidina. Le indicazioni fornite dal farmacista hanno lo scopo di supportare e non sostituire il rapporto diretto tra il paziente e il proprio medico curante. In caso di persistenza dei sintomi o di dubbi, è essenziale rivolgersi al proprio medico di base o allo specialista di riferimento.