Il mal di testa è un disturbo colpisce maggiormente il sesso femminile, soprattutto dopo la pubertà, a causa delle variazioni ormonali che le donne subiscono durante il ciclo mestruale, la gravidanza e la menopausa. Secondo il Professore Piero Barbanti, docente di Neurologia presso l’Università IRCCS San Raffaele di Roma, le cefalee primarie, come l’emicrania, sono una iperfunzione del cervello che si manifesta maggiormente nelle donne a causa della loro velocità cerebrale superiore rispetto agli uomini. Tuttavia, ci sono molti fattori scatenanti del mal di testa, tra cui lo stress, l’alcool, la carenza di sonno, il digiuno e le variazioni ormonali.
Le forme più frequenti di cefalea.
Esistono più di 230 forme di mal di testa e nell’80% dei casi si tratta di forme primarie senza una causa dimostrabile. Le forme più comuni sono la cefalea di tipo tensivo, l’emicrania e la cefalea a grappolo. La cefalea a grappolo colpisce un soggetto ogni mille, è tipicamente maschile ed è la forma meno frequente e la più severa e disabilitante. Invece, le cefalee secondarie sono espressione di una anomalia dimostrabile, come un’infezione.
Diffusione del mal di testa.
Il mal di testa è un disturbo molto diffuso. Infatti, sono ben 15 milioni gli italiani che hanno avuto una cefalea almeno una volta nella vita e 5 milioni sono le persone che soffrono di mal di testa ricorrente, con almeno un episodio a settimana. Il mal di testa può avere una durata differente a seconda della tipologia: la cefalea tensiva dura tra i 30 minuti e i 7 giorni, l’emicrania da 4 ore a 72 ore, mentre la cefalea a grappolo dai 10-15 minuti fino a 180 minuti.
Può un mal di testa essere curato?.
I mal di testa sono curabili e le regole da tenere a mente sono semplici ma efficaci. In primis, il rispetto del cervello e l’osservanza dei relativi bioritmi può essere fondamentale, ad esempio: dormire almeno 7 ore a notte, mangiare 3 volte al giorno, bere almeno 1,5 litri di acqua, non superare i 3 caffè al giorno e limitare gli alcolici. Anche uno stile di vita attivo può prevenire la comparsa del mal di testa. Per il Professor Barbanti è infatti importante fare sport almeno tre volte a settimana e cercare di gestire lo stress con delle pause idonee.
I primi sintomi del mal di testa.
L’attacco di mal di testa va sempre bloccato, possibilmente ai primi sintomi, per evitare la sofferenza derivante dal dolore e per impedire che l’attacco possa evolvere. I farmaci di automedicazione, contraddistinti dal bollino rosso che sorride sulla confezione, possono rappresentare un alleato fondamentale per alleviare i sintomi. Inoltre, i farmaci analgesici da banco possono essere impiegati al di sotto dei 18 anni e al di sopra dei 65 anni, mentre il paracetamolo è l’unico presidio per la terapia dell’attacco acuto nella donna in gravidanza. Tuttavia, il paziente affetto da forme severe deve esigere che il medico o il terapeuta scriva la diagnosi e certifichi nel dettaglio la cura, aderendo alle linee guida nazionali.
I principali miti da sfatare.
Ci sono alcuni miti da sfatare riguardo al mal di testa. Ad esempio, il mal di testa da cervicale e quello da sinusite non esistono, e la dimostrazione indiretta è che le cefalee colpiscono prevalentemente i giovani che hanno una cervicale in buone condizioni, mentre le cefalee sono meno diffuse tra gli anziani che hanno una colonna più compromessa. Invece, l’emicrania mestruale, un tempo chiamata anche catameniale, è un caso a sé stante perché proprio gli ormoni giocano un ruolo chiave nello scatenare il disturbo.
Diagnosi corretta e terapia mirata.
Il mal di testa è donna ma può colpire chiunque, uomini e donne, di tutte le età. È importante seguire alcune regole di prevenzione come uno stile di vita sano, il controllo dello stress e l’automedicazione responsabile, ma anche consultare uno specialista per valutare di associare una cura preventiva se i giorni di cefalea sono più di 4-5 al mese. La diagnosi corretta e la terapia mirata sono fondamentali per bloccare l’attacco di mal di testa ai primi sintomi e per evitare che l’attacco possa evolvere, quando il soggetto è affetto da forme severe come l’emicrania o la cefalea a grappolo, con la comparsa di nausea, vomito e intolleranza per luci e rumori.