Un recente studio scientifico condotto in Spagna e pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health ha evidenziato come l’eventuale presenza di cisti ed escrescenze al seno diagnosticate tramite screening mammografico possa anticipare l’insorgenza di un tumore. I ricercatori hanno esaminato i dati di oltre 778 mila donne fra i 50 e i 69 anni che hanno effettuato almeno una mammografia presso un centro di screening del cancro al seno in Spagna tra il 1996 e il 2015. Nel complesso circa 25 donne su 1.000 con noduli non cancerosi al seno hanno sviluppato un tumore alla mammella rispetto a 15 donne su 1.000 che non li avevano.
Noduli benigni e probabilità di cancro al seno.
Questa ricerca ha seguito alcune delle partecipanti all’esperimento per un massimo di 20 anni, durante i quali hanno manifestato circa il doppio delle probabilità di sviluppare un cancro al seno dopo la diagnosi di cisti mammaria benigna. Marta Román, ricercatrice all’Hospital del Mar di Barcellona e autrice principale dello studio, ha affermato che “I risultati di questa ricerca sono importanti perché suggeriscono che i noduli mammari benigni sono indicativi di un rischio più elevato di cancro al seno. Con ciò s’intende non solo la possibilità che la cisti non cancerogena si trasformi in tumore, ma che il cancro si formi comunque spontaneamente: per esempio, il nodulo benigno si sviluppa in un seno, quello maligno nell’altro”.
Quali cisti benigne favoriscono il cancro al seno?.
Alcuni tipi di malattia benigna della mammella sono associabili più frequentemente di altre a un futuro cancro: i gruppi di cellule proliferanti noti come iperplasia e una serie di lesioni benigne interne alla ghiandola mammaria, il papilloma intraduttale, difficile da percepire sia alla vista che al tatto. Secondo uno studio della Cleveland Clinic in Ohio, altri tipi di formazioni mammarie benigne, come cisti mammarie contenenti liquido e noduli composti da tessuto cicatriziale, non preannunciano alcuna eventuale malformazione maligna.
Quando fare la mammografia.
Le donne fra i 30 e i 40 anni dovrebbero fare ecografie mammarie periodiche, meglio se associate a una consulenza senologica nel caso di specifici rischi individuali. Le donne di età superiore ai 40 anni dovrebbero sottoporsi regolarmente a una mammografia: il rischio di mortalità per cancro al seno si ridurrebbe rispettivamente del 20% e del 40%. I controlli andrebbero fatti annualmente per le donne tra i 40 e i 50 anni, ogni due anni per quelle tra i 50 e i 70. “Se a una donna viene diagnosticata una malattia mammaria benigna e presenta altri fattori di rischio elevato, come una storia familiare di cancro al seno, potrebbe beneficiare di uno screening più frequente”, ha affermato la dott.ssa Román.