Allucinazioni, percezione alterata della realtà, derealizzazione, sensazione di fluttuare nello spazio come un astronauta, improvvisi scoppi di ris Questi sono solo alcuni degli effetti provocati da quel particolare tipo di sostanza, naturale o sintetica, chiamata “psichedelica”. Tradotta dall’inglese psychedelic «rivelatore della psiche», questa parola è stata coniata dallo psichiatra canadese Humphry Osmond nel 1957 e deriva dal greco ψυχή «anima, psiche» e δηλόω «manifestare».
Le sostanze psichedeliche, come l’allucinogeno Lsd (dietilamide dell’acido lisergico), ampliano le possibilità del percepibile e della coscienza, tali per cui si evade dalla realtà per entrare in altre, immaginarie ma assunte come reali. Le sostanze psichedeliche hanno potenti effetti sulla mente umana e il loro potenziale può essere incanalato nel trattamento di alcune condizioni psichiatriche, secondo recenti studi condotti all’UChicago Medicine.
I ricercatori dell’Università canadese hanno dimostrato che l’Lsd aumenta il rilascio di serotonina nel cervello, agendo su determinati recettori a livello neurologico. Diffusi in tutta l’area cerebrale, tali recettori, una volta inondati di serotonina per effetto dell’Lsd, inducono alle alterazioni percettive per cui sono celebri le sostanze psichedeliche. Queste sollecitazioni cerebrali creano nuove connessioni tra cellule, importanti cambiamenti nella coscienza percepita, nuovi modi di visualizzare la realtà e di elaborare pensieri ed emozioni.
Gli effetti degli psichedelici potrebbero rivelarsi utili nella cura della depressione qualora le terapie standard si rivelino inefficaci. Una delle ricerche condotte dall’UChicago Medicine suggerisce che microdosi di Lsd possano risultare vantaggiose per curare la depressione: miglioramento dell’umore, dell’elaborazione emotiva e di alcuni aspetti cognitivi, come la memoria di lavoro, una riduzione delle emozioni negative, ecc.
Negli ultimi anni anche l’industria farmaceutica si è attivata per sfruttare le proprietà farmacologiche delle sostanze psichedeliche in funzione antidepressiva. L’obiettivo rimane quello di ridurre al minimo gli effetti tossici e intrusivi (come le allucinazioni) e aumentare quelli positivi, anche in un percorso di psicoterapia. Le sostanze psichedeliche rappresentano così un approccio innovativo nel trattamento di alcune condizioni di salute mentale. La ricerca condotta in questi anni aiuterà a comprendere sempre di più gli effetti degli psichedelici per utilizzarli al meglio in terapia.