Gli elminti o vermi sono parassiti che possono infettare l’uomo e gli animali causando malattie anche gravi, in particolare nelle aree del mondo con precarie condizioni igienico-sanitarie. La maggior parte degli elminti colonizza l’apparato digerente e il contagio avviene tramite ingestione di acqua o alimenti infetti. Esistono altre modalità di trasmissione, tra cui la penetrazione del verme attraverso lesioni della cute, le punture di insetti, l’immersione in acque infette o il contatto con terreni contaminati.
Nel tratto gastroenterico sono comuni anche in Europa Taenia saginata e Taenia solium, nel linguaggio comune “verme solitario”. Gli esseri umani vanno incontro all’infezione cibandosi di carne bovina o suina poco cotta contenente le larve.
Tra i vermi che vivono in tessuti dell’ospite diversi dal tubo digerente si ricordano gli agenti causali delle schistosomiasi e i nematodi extraintestinali, che comprendono le filarie. Questi parassiti provocano l’ostruzione dei vasi del sistema linfatico con conseguente rigonfiamento a carico soprattutto degli arti inferiori per ristagno della linfa, condizione chiamata elefantiasi.
I meccanismi d’azione dei farmaci antielmintici si basano sulla paralisi del parassita, sul danneggiamento della sua struttura che attiva il sistema immunitario dell’ospite oppure sull’alterazione del metabolismo del verme. Tra i medicinali ad ampio spettro, attivi cioè su diverse tipologie di elminti, vi sono il mebendazolo, l’albendazolo e il tiabendazolo, che interferiscono con i processi metabolici dei patogeni.
Mentre gli effetti collaterali dei primi due farmaci sono piuttosto rari e consistono prevalentemente in disturbi gastrointestinali, quelli del tiabendazolo sono più frequenti. Oltre ai disturbi che interessano l’apparato digerente, questo medicinale può provocare cefalea, vertigini, sonnolenza, febbre ed eruzioni cutanee.
Il praziquantel è il farmaco di scelta per le schistosomiasi e porta alla morte del parassita per paralisi come conseguenza del blocco della contrazione muscolare. Danneggia inoltre la cuticola esterna del verme, permettendone il riconoscimento da parte del sistema immune dell’ospite.
Gli effetti indesiderati non sono frequenti; tra i più comuni si segnalano disturbi gastrointestinali, vertigini, artralgie e mialgie, febbricola, eruzioni cutanee.
Il praziquantel presenta il vantaggio di poter essere somministrato nel corso della gravidanza e durante l’allattamento, ma l’impiego diffuso ha determinato lo sviluppo di resistenza nei suoi confronti e, di conseguenza, il possibile fallimento della terapia.
La piperazina inibisce la trasmissione neuromuscolare del verme che, paralizzato vivo, è espulso dall’ospite tramite i movimenti di peristalsi intestinale. Può causare disturbi gastroenterici, eruzioni cutanee, broncospasmo, vertigini, parestesie, vale a dire alterazioni della sensibilità con formicolii, prurito, percezione di punture di spillo.
La niclosamide è spesso usata in associazione con il praziquantel nelle infestazioni da tenia e danneggia in modo irreversibile la testa del verme, che in questo modo si stacca dalle pareti dell’intestino. Gli effetti collaterali più comuni sono nausea e vomito.
L’ivermectina, nata come farmaco veterinario, ha successivamente dimostrato la sua efficacia nell’uomo, in primo luogo nelle infezioni da filaria. Il medicinale, ben tollerato, include tra gli effetti avversi mal di testa, vertigini, febbre, eruzioni cutanee, dolori muscolari, articolari e linfonodali.
Tutti i farmaci citati necessitano di prescrizione medica. Per ulteriori informazioni in caso di sospetta infezione da elminti si consiglia di consultare il proprio medico curante o il farmacista.