L’invecchiamento della cute è un processo irreversibile del tutto fisiologico, che non può essere prevenuto ma sul quale si può intervenire per attenuarne o ritardarne le manifestazioni. I segni caratteristici sono secchezza, perdita di luminosità e compattezza, comparsa di rughe, ipercheratosi e discromie. Le rughe sono solchi lineari permanenti variamente marcati e in funzione dell’agente predominante che ne ha determinato la comparsa vengono classificate in rughe da gravità, le più frequenti, da posizione, dovute ad abitudini come la postura o il modo in cui si dorme, di espressione, come quelle chiamate comunemente “zampe di gallina”, che fanno da contorno agli occhi, o il cosiddetto “codice a barre” attorno alla bocca, e, infine, rughe da photoaging. Si parla di cronoinvecchiamento quando il processo è dovuto all’età anagrafica e di fotoinvecchiamento quando ci si riferisce all’invecchiamento precoce indotto dall’esposizione alle radiazioni ultraviolette. Anche stress, inquinamento e fumo contribuiscono ad accelerare il fenomeno.
Nell’invecchiamento cutaneo si riduce il contenuto di lipidi dello strato corneo, quello più superficiale, costituito da cellule morte, con un suo ispessimento, a fronte di una riduzione dello spessore di epidermide e derma, formati da cellule vive. A livello dell’epidermide si osserva un rallentamento della capacità proliferativa delle cellule, mentre nel derma si ha una diminuzione delle fibre di collagene ed elastina, proteine che conferiscono rispettivamente resistenza ed elasticità alla pelle. I radicali liberi, che vengono prodotti normalmente nelle reazioni metaboliche cellulari e che aumentano in seguito all’esposizione ai raggi solari, rendono le fibre di collagene più rigide e inibiscono il ruolo dell’acido ialuronico, altro componente fondamentale della pelle, nella promozione dell’idratazione della cute e nella proliferazione degli elementi fibrosi.
Si può intervenire sui diversi aspetti dell’invecchiamento cutaneo con prodotti cosmetici ad hoc. L’uso di esfolianti aiuta a ridurre l’ipercheratosi, eliminando le cellule morte e preparando così la cute a ricevere i trattamenti successivi. Oltre agli esfolianti chimici, esistono quelli fisici che rimuovono meccanicamente gli strati più esterni dell’epidermide. Sono disponibili formulazioni in crema contenenti microgranuli di origine minerale, vegetale o sintetica.
Gli antiossidanti agiscono contrastando i radicali liberi. Tra le sostanze maggiormente impiegate vi sono le vitamine A, C ed E. La vitamina A o retinolo stimola il rinnovamento cellulare e riduce la profondità delle rughe; la vitamina C o acido ascorbico interviene nella sintesi del collagene, ha azione fotoprotettiva e un blando effetto schiarente sulle macchie cutanee; la vitamina E o tocoferolo protegge le membrane cellulari da reazioni dannose di ossidazione. Per mantenere la giusta idratazione cutanea, oltre a introdurre quotidianamente almeno due litri di acqua, si consigliano creme per il viso e il corpo a base di acido ialuronico e urea.
Le cause dell’iperpigmentazione possono essere la melanocitosi, cioè un aumento del numero di melanociti, le cellule deputate alla sintesi del pigmento cutaneo detto melanina, o la melanosi, un incremento della melanina stessa. Tra gli agenti depigmentanti si ricordano l’acido cogico, prodotto metabolico di alcune specie di funghi; l’acido azelaico, che all’azione schiarente unisce un’attività cheratolitica; il resveratrolo, sintetizzato da diverse piante per proteggersi da batteri e funghi. Nei depigmentanti spesso si ritrovano estratti di tè verde, camomilla, uva ursina.