«Una recente revisione, condotta a livello europeo, ha esaminato i dati più recenti sull’uso degli antibiotici fluorochinolonici e valutato che il rapporto tra i benefici attesi e i potenziali rischi di questi medicinali rimane positivo soltanto per le infezioni gravi, che non si risolvono facendo ricorso ad antibiotici di altre classi».
È quanto sottolinea l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), autorità regolatoria in materia di farmaci in Italia, la quale rende noto che «la revisione ha identificato infatti segnalazioni, riportate con una frequenza molto rara, di effetti collaterali gravi e di lunga durata su tendini, muscoli, articolazioni e nervi in un numero molto limitato di pazienti che avevano assunto fluorochinoloni. A seguito di questa revisione nuove indicazioni, avvertenze e precauzioni d’uso sono state introdotte per gli antibiotici fluorochinolonici disponibili in Italia. I Fogli Illustrativi e i Riassunti delle Caratteristiche del Prodotto di questi medicinali sono in corso di aggiornamento».
Per i citati motivi, l’Aifa suggerisce di «tenere presente quindi queste avvertenze per riconoscere e segnalare rapidamente eventuali effetti collaterali, se dovessero manifestarsi, e intervenire per ridurreil rischio di complicanze».
Per verificare se l’antibiotico prescritto è appartenente alla classe dei fluorochinoloni, l’Agenzia ricorda che «è un fluorochinolone se appartiene a questo elenco: ciprofloxacina, levofloxacina, lomefloxacina, moxifloxacina, norfloxacina, ofloxacina, pefloxacina, prulifloxacina e rufloxacina». In proposito, è possibile «anche consultare la banca dati farmaci AIFA inserendo nella ricerca il nome commerciale del medicinale», raggiungibile al link https://www.aifa.gov.it/trova-farmaco.
Ulteriori informazioni aggiornate possono essere fornite rivolgendosi al proprio medico curante o al farmacista di fiducia.