«Meno sale, Più salute», è questo il titolo della campagna del ministero della Salute, nell’ambito del “Progetto cuore” portata avanti dall’Istituto superiore di sanità (Iss), con la finalità di sensibilizzare sul minor apporto di sale nelle abitudini alimentari. «In condizioni normali – si legge sul portale Iss – il nostro organismo ha bisogno di piccole quantità di sodio (393,4 mg), che corrispondono a 1 grammo di sale da cucina (cloruro di sodio)». Tuttavia, «attraverso l’alimentazione – spiega l’Iss – un italiano introduce in media 10 grammi di sale ogni giorno, in totale fra quello normalmente contenuto negli alimenti e quello aggiunto. Diminuire questa quantità può aiutare a mantenere la pressione arteriosa a livelli ottimali, e quindi a ridurre il rischio di infarto o ictus».
Quale è la quantità “giusta” di sale da apportare? A rispondere è l’Organizzazione mondiale della sanità, la quale spiega che «ogni giorno bisognerebbe consumare meno di 5 grammi di sale da cucina, tra quello già presente negli alimenti e quello aggiunto, che corrispondono a circa 2 grammi di sodio. Per dare una idea più chiara, 5 grammi di sale sono all’incirca quelli contenuti in un cucchiaino da tè».
Ne consegue che, alla luce di quanto evidenziato, il minor apporto di sale è un atto fondamentale da portare a termine nella vita di tutti i giorni per prevenire le principali patologie cardiovascolari dovute ai quantitativi eccessivi di sale ma anche per favorire la minor ritenzione idrica.